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Gli pneumatici ricostruiti

Si tratta di pneumatici 4x4 il cui battistrada usurato è stato asportato e sostituito con materiale nuovo, corrispondente all’originale. Come materia prima fungono pneumatici 4x4 usati, la cui struttura è perfettamente intatta.

La ricostruzione integrale è possibile, in quanto la struttura portante ha generalmente vita più lunga del battistrada. 

Pneumatici rigenerati trovano impiego soprattutto nel trasporto aereo (ogni 3 copertoni) e in quello stradale pesante (ogni 2), ma anche i possessori di automobili scelgono spesso questa alternativa. Gli pneumatici dei veicoli pesanti possono essere ricostruiti fino a 3 volte; mentre, in caso di automobili, ciò è possibile solo una volta. 

IL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE

Il processo produttivo della ricostruzione consiste di 6 fasi:

  1. Ispezione: ogni carcassa viene esaminata, internamente ed esternamente, al fine di evidenziare e controllare la presenza di eventuali difetti della stessa.
  2. Raspatura: la gomma residua del battistrada viene rimossa dalla carcassa con una macchina per raspatura.
  3. Preparazione crateri: eventuali danni che la carcassa può aver subito durante la fase di raspatura vengono individuati e riparati. La carcassa così lavorata viene poi cosparsa con una soluzione chimica che permette di far aderire il nuovo battistrada alla struttura della carcassa.
  4. Montaggio: diverse tipologie di mescole di gomma vengono applicate sulla carcassa, tramite macchine a controllo numerico; la scelta del materiale da applicare dipende dall’impiego del pneumatico ed frutto di anni di esperienza anche nella selezione dei fornitori.
  5. Vulcanizzazione: la carcassa, completa dei nuovi materiali, viene sottoposta al processo di vulcanizzazione, in opportune condizioni di temperatura e pressione, per ottenere il disegno del battistrada voluto, tramite appositi stampi.
  6. Controllo finale: questa fase rappresenta l’ultimo anello della catena continua di controlli di qualità effettuati durante tutto il procedimento di ricostruzione, ed è finalizzata a verificare che il pneumatico finito risponda a tutte le specifiche tecniche ed estetiche previste nei nostri standard di qualità.


I VANTAGGI DEL RICOSTRUITO

Con la ricostruzione del pneumatico si realizzano quindi una serie di importanti vantaggi:

  • Vantaggio nel costo dello pneumatico – Lo pneumatico ricostruito costa meno di un pneumatico nuovo. Confrontando i prezzi medi risulta che un pneumatico ricostruito può consentire un ingente risparmio rispetto all'acquisto di un pneumatico nuovo. Ogni anno gli italiani che scelgono il ricostruito risparmiano in media 270 milioni di euro (stime Airp). Ai risparmi per gli utilizzatori si aggiungono anche quelli che riguardano l'intero Paese. La ricostruzione salva circa il 70% dei materiali originari dello pneumatico. L'Italia, infatti, risparmia di media annualmente 130 milioni di litri di petrolio e 40.000 tonnellate di altre materie prime strategiche come gomma naturale e sintetica, nero fumo, fibre tessili, acciaio e rame.
  • Vantaggio nel costo dello smaltimento – La ricostruzione dei pneumatici rende possibile utilizzare la stessa carcassa per un maggior numero di ore di lavoro o chilometri di percorrenza, pertanto abbatte automaticamente il numero di pneumatici (carcasse) da utilizzare, e di conseguenza da smaltire.
  • Vantaggio ecologico per l’ambiente – Ogni anno nell'Unione Europea la sostituzione dei pneumatici degli autoveicoli genera in media 225 milioni di gomme da smaltire a cui se ne aggiungono diversi milioni derivanti dai veicoli a fine vita. Il problema del loro impatto sull'ambiente è molto serio: occorrono circa 100 anni perché un pneumatico immesso nell’ambiente si deteriori completamente. Con la ricostruzione dei pneumatici si può ridurre la produzione di PFU (pneumatici fuori uso) e rallentare in modo considerevole il flusso di smaltimento dei pneumatici. Ogni anno, grazie alla ricostruzione, è possibile evitare l'immissione nell'ambiente di 40.000 tonnellate di pneumatici. Inoltre la ricostruzione abbatte le emissioni di CO2 di circa il 30%.

Alcune informazioni sono state prese da www.asso-airp.it (Associazione italiana Ricostruttori Pneumatici)